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MAPPA DEL SITO DIDATTICA IPERTESTS: DOMANDE SENZA RISPOSTE IN LABORATORIO IL LIBRO DI PRIMO LEVI "IL SISTEMA PERIODICO DEGLI ELEMENTI" TECNICHE PER LA SEPARAZIONE DI MISCUGLI indagine SULLE ABITUDINI ALIMENTARI PREPARAZIONE DELLA BIRRA UNA LEZIONE AL SUPERMERCATO: LA SPESA DEGLI OGM SCUOLA DI SPORT A SCUOLA: ESPERIENZE E MOVIMENTO COMPITI DI CHIMICA E LINK A SITI DI DIDATTICA MUSEO SCIENZE E TECNOLOGIA IIS PACINOTTI-ARCHIMEDE
MONTAGNA E VIAGGI ROMA-KATHMANDU-ROMA 25.000 KM. IN PULMINO FIAT 238 la TRAVERSATA dei PIRENEI dall'atlantico al mediterraneo L'ISOLA DI KARPATHOS DA SUD A NORD tutta la svizzera dalL'Austria aLLA FranCIA IL GRANDE ANELLO dei laghi di gokyo e del campo base dell'everest Da portovecchio a porto ATTRaverso tutta la corsica nella foresta nera con gli sci IN BICICLETTA DA BERLINO A COPENAGHEN LA PRAGA - DRESDA E IL FIUME ELBA sul sentiero dei re nella lapponia svedese CON GLI SCI WEST SARDEGNA trekking EUROBICI LONDRA-LIONE-MEDITERANEO SULLA VIA DEGLI DEI DA SASSOMARCONI A FIESOLE LA COSTIERA AMALFITANA DA CETARA A PUNTA CAMPANELLA
Gestore del sito è Elio Camerini, ex docente, laureato in chimica, specializzato in Scienza dell'Alimentazione, abilitato all'insegnamento di Chimica, Chimica agraria, Scienze chimica e geografia e Scienza dell'Alimentazione, appassionato di informatica ed escursionismo.
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RITORNO Salgo (nello spazio, fuori dal tempo)
L'acqua il vento la sanità delle prime cose- Il lavoro umano sull'elemento Liquido-la natura che conduce strati di rocce su strati-il vento Che scherza nella valle-ed ombra del vento La nuvola-il lontano ammonimento Del fiume nella valle- E la rovina del contrafforte-la frana La vittoria dell'elemento-il vento Che scherza nella valle. Su la lunghissima valle che sale in scale La casetta di sasso sul faticoso verde: La bianca immagine dell'elemento. dai Canti Orfici di Dino Campana
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LA GUIDA DEL PARCO La settimana prima avevamo pagato due contravvenzioni lietamente e familiarizzando con la guardia, per un piccolo ramoscello colto e per un cane che una signora si ostinava a condurre con sé, naturalmente al guinzaglio. La guardia era figlio di una guida che tanti anni prima ci aveva accompagnato a vedere per la prima volta i camosci e poi a scendere dritto dalla Camosciara, abbracciando un albero dopo un altro albero tutti gli alberi miracolosi della prodigiosa parete. Sui camosci eravamo tanto increduli che quando lui guardava con il binocolo dicendo di vederli noi non chiedevamo neanche il binocolo per non metterlo in imbarazzo, pensando che il suo fosse solo un atteggiamento. Invece poi i camosci li scorgemmo veramente ma a due chilometri già fuggivano con esaltante devozione spandendosi a ventaglio fra le domestiche rocce. Ora, a una settimana di distanza dalle contravvenzioni, eravamo alla fine della catena della Meta, verso il Passo dei Monaci, lontani dai luoghi degli abusi. Ma da una montagna, tutta verde e panoramica, giunse accompagnata dal vento una voce dall'odore sgradevole: "Ancora quel cane!". Era la stessa guardia. Avevamo ore di vantaggio da lui e ci scacciammo verso il buio di un bosco di faggi. Una fuga dalla vergogna. Qualsiasi disattenzione alle delicate ferree regole del Parco era una grossolana offesa alle guardie. Le linee ed i colori dei monti, i prati ed i boschi che vagano tra le nuvole biancocelesti intrise di azzurro fondo e di grigiolucente, le persuadono ad essere nobili, decorando tutto quello che si avvicina a loro. Le guardie sono immuni dal cercare, ma quando si voltano e lanciano occhiate ed espressioni energiche ed orgogliose diffondono esse stesse la serenità della natura e la sua sincerità. Dimentico, ricordandole, alcune vispe guardie di altri monti che vanno in giro in camionetta, non scendono neanche per camminare 50 metri, gitanti che pranzano sul piano metallico della macchina, gente che con mille sudori si è coscienziosamente guadagnata la sedia a sdraio e la maglia leggera per prendere il sole e guardano straniti quelli che vanno tra i boschi ancora sudando: una vita di stenti. Le guardie che hanno conquistato un'auto, più cara della vista dello spazio della libertà la usano sino ai limiti del possibile: oltre questi limiti, seguitano ad usarla. Un giorno una guardia in camionetta, seduta senza uscire, domandava a noi se avevamo visto altri alberi abbattuti dal vento, lui ne vedeva uno solo, quello che gli impediva di progredire con la camionetta. Una intensa ritorsione provocatoria.
Da "Giro d'Abruzzo" vol.1 DIEGO DE SISTO - Ed. ZEMSI Pescara |