15. BECCO BUNSEN

 

Costruito dal chimico tedesco Robert Bunsen (1811-1889), laureato in chimica a 19 anni, prese il posto delle lampade ad alcool utilizzate fino al 1853 ca. come fonte di energia termica nei laboratori di chimica. La costruzione del becco Bunsen rappresentò un punto di svolta nella ricerca, nell'analisi qualitativa fondata sull'osservazione degli spettri. Per osservare la radiazione di emissione dei metalli, Bunsen aveva bisogno di una fiamma ad alta temperatura ed incolore, dove  porre il campione da analizzare: nacque così il bruciatore che porta il suo nome. A dire la verità il “becco Bunsen” ha una storia un più complicata. Sembra che fosse già usato in precedenza nel laboratorio, essendo stato originariamente inventato dal chimico-fisico britannico Michael Faraday, e che poi sia stato perfezionato da Peter Desdega, meccanico ed assistente del laboratorio.

Il becco Bunsen è un bruciatore di gas combustibile: è formato da un cannello verticale, solitamente in acciaio, fissato su una base metallica. ed è alimentato a gas di città o a gas metano. Il gas entra nel bruciatore attraverso un iniettore a ugello posto alla base dell’apparecchio ed è possibile regolare la quantità di gas, mediante un apposito rubinetto. Nella parte inferiore, il cannello presenta due fori  opposti ed è circondato da un manicotto anch’esso fornito da due fori. La quantità di aria aspirata e quindi immessa all’interno della canna del bruciatore, può essere regolata ruotando il manicotto.

 

 

 

 

 

 

 

Il bunsen è un bruciatore che produce una singola fiamma in cui è presente:

-una fiamma ossidante, molto calda, fino a circa 1500 °C, di colore azzurro;

-una fiamma riducente, poco calda, con temperature di circa 400 °C, di colore giallo-arancio ben visibile, prodotta dalla combustione incompleta del gas per chiusura o riduzione dell’afflusso d’aria. La fiamma di lavoro è normalmente quella ossidante.

Il bunsen è costituito dalle seguenti parti principali:

-un basamento abbastanza ampio;

-un tubo verticale metallico, o cannello, che presenta due fori nella parte bassa per l’ingresso dell’aria;

-una ghiera girevole, metallica, dotata di due aperture circolari, che permette di chiudere o lasciare aperti i fori del cannello;

-una manopola di apertura e regolazione del flusso di gas;

-una valvola di sicurezza che blocca la fuoriuscita del gas in caso di spegnimento della fiamma;

-una termocoppia di sicurezza che fa chiudere la valvola se la fiamma si spegne, inavvertitamente;

-un condotto di ingresso del gas cui si inserisce un tubo in gomma che collega il bunsen all’impianto di distribuzione del gas nel laboratorio.

 

 

 

VARI TIPI DI BUNSEN

 

 

Riferimenti:

www.chimica-online.it/download/becco-bunsen.htm

www.itisforli.it

http://online.scuola.zanichelli.it

http://doc.studenti.it

http://it.wikihow.com

http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Wilhelm_Bunsen

www.museodifisica.unito.it

http://www.fisicachimica.it