6. APPARECCHIO DI KIPP
Petrus Jacobus Kipp (1808-1864), chimico tecnico olandese, fondò la sua azienda di strumenti scientifici nel 1830. Si ignora con esattezza la data dell'invenzione (presumibilmente nel 1844) e di costruzione del suo apparecchio : sembra che il primo esempio sia stato realizzato da un soffiatore di vetro tedesco. Lo strumento fu messo in vendita in Inghilterra nel 1866 (due anni dopo la morte di Kipp). Un catalogo dell'epoca (Griffin) porta il prezzo di 25 scellini per il più grande apparecchio di Kipp realizzato in cristallo di Boemia e di 8 scellini per il più piccolo. L’apparecchio viene utilizzato principalmente per ottenere una gran quantità di idrogeno e acido solfidrico attraverso un’opportuna reazione chimica tra una soluzione acquosa acida e un solido (elemento o composto) insolubile.
L'apparecchio di Kipp è formato da tre settori, indicati di seguito con i numeri 1, 2 e 3. Gli ambienti 2 e 3 sono in comunicazione tra di loro, così come i settori 1 e 3. In 2 vengono inseriti dei grani di zinco o ferro, se si vuole ottenere idrogeno gassoso, oppure dei pezzi di solfuro di ferro o del solfuro di zinco, se il prodotto che si vuole ottenere è l'acido solfidrico. Nella sfera 3, attraverso il pallone 1, viene versata una soluzione di acido cloridrico al 20-25% (ma un qualsiasi altro acido forte va bene, purché se ne consideri il costo e la pericolosità) fino a che questo,risalendo nella zona 2, non sommerge completamente il solido. Quando il rubinetto collegato con il recipiente 2 è chiuso, la pressione dell'idrogeno o dell’acido solfidrico (a seconda del tipo di composto che si impiega) spinge la soluzione acida verso il basso, fino a svuotare completamente la sezione 2. Ciò produce l'arresto della reazione chimica (in quanto non si ha più il contatto tra i reagenti). Se invece o l'idrogeno o l'acido solfidrico prodotti vengono estratti dall'apparecchio, la soluzione di acido cloridrico non scende e la reazione continuerà senza sosta fino a che non si sarà consumata tutta la carica di metallo o di solfuro di ferro o di solfuro di zinco.
Riferimenti:
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